L’estate scorsa ho avuto la fortuna di fare un viaggio in Sri Lanka e non ho potuto fare a meno di visitare la regione di Ella e Nuwara Eliya, ricoperte da fitte piantagioni di tè fin dai tempi della colonizzazione inglese. Qui le piante sono disposte in morbidi filari che seguono le pendenze naturali delle colline e producono il rinomato tè nero di Ceylon – che non era altro che il nome ufficiale dello Sri Lanka fino al 1972.
Con queste foto vi voglio raccontare quello che ho scoperto sulla produzione della bevanda più amata al mondo.
Le foglie più pregiate sono quelle appena spuntate, più piccole e morbide. Raccolte singolarmente e arrotolate a mano, vengo usate per preparare il pregiatissimo tè bianco.
Non siamo abituati a vederli, ma anche la pianta del tè, Cammelia sinensis, fa i fiori…
…e i frutti.
Tra i filari delle piantagioni, sono soprattutto le donne a raccogliere le foglioline di tè. La raccolta manuale permettere di scartare con precisione le foglie troppo grandi e coriacee.
Queste piantagioni nella provincia di Kandy sono in parte riparate del sole grazie alla presenza di alberi ad alto fusto.
Il raccolto di una giornata. A questo punto intervengono gli uomini che pesano, contrattano e vendono le foglie di tè ai compratori.
Dai campi, il raccolto viene portato velocemente alla fabbrica di tè più vicina. Se perdete la strada basta seguire il profumo, che si sente da chilometri di distanza. All’entrata si spiega chiaramente quali siano le foglie buone e quali no. Quelle selezionate vengono stese in una stanza calda e secca dove le foglie vengono fatte parzialmente avvizzire.
Una volta avvizzite le foglie vengono sfregate con appositi macchinari. Questo aiuta a danneggiarle per favorire la successiva ossidazione e fermentazione, necessarie per la preparazione di tè nero. Completato il processo le foglie vengono tostate per rimuovere l’umidità residua.
Finalmente il tè è pronto…
…e viene smistato sulla base della dimensione dei frammenti. I più pregiati sono quelli più grandi, mentre le polveri vengono scartate o usate per fare le bustine.
Dietro a ogni sigla c’è un perché. Basti sapere che OP sta per Orange Pekoe di alta qualità, B sta per Broken – rotto, e F sta per Fannings – pezzetti.
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One thought on “FOTOGALLERIA – Tè, dai Campi alla Tazza”