Pronti per la Stagione delle Allergie al Polline?

Dal punto di vista delle piante, il polline è una delle più grandi invenzioni. Ma una persona su cinque deve fare i conti con il successo e l’abbondanza di queste minuscole particelle quando in primavera iniziano le allergie.
Cos’è il polline?

Difficilmente riusciamo a vederlo, ma soprattutto nei mesi primaverili il polline riempie l’aria che respiriamo. La funzione del polline nella riproduzione delle piante è quella di trasportare i gameti maschili: custodite in un involucro resistente, le cellule spermatiche viaggiano all’interno del polline anche per molti chilometri fino a raggiungere un fiore femminile da fecondare.

Le piante con fiori vistosi e profumati di solito affidano il compito del trasporto agli insetti, che garantiscono una consegna al destinatario efficiente e puntuale anche con piccole quantità di polline. Molte altre specie di piante, invece, non hanno fattorini al loro servizio, e per questo si affidano all’azione del vento. Le probabilità che un grano pollinico raggiunga un fiore femminile della stessa specie muovendosi casualmente nell’aria non sono molto alte, e così, per garantire l’incontro necessario alla riproduzione, queste piante hanno deciso di puntare sulla quantità. Come per questo cedro, che rilascia una nuvola di polline appena viene scosso, su miliardi di granuli è facile che per puro caso almeno uno vada a finire sul fiore giusto.

betulla polline
Amenti maschili di betulla. Circa l’8% della popolazione è allergico al polline di questa pianta.
Le allergie al polline

Viste le enormi quantità rilasciate nell’aria, è praticamente impossibile sfuggire a questa nube invisibile. Nelle persone allergiche il sistema immunitario si attiva contro alcune sostanze presenti nel polline e scatena una risposta infiammatoria delle mucose del naso, degli occhi e della bocca, anche nota come febbre da fieno. Tra i sintomi ci sono congestione e naso gocciolante, prurito e lacrimazione degli occhi, mal di testa, tosse e asma. Per chi soffre di allergia, ammirare le meraviglie della riproduzione vegetale diventa l’ultima delle preoccupazioni.

Non si conoscono ancora esattamente i fattori genetici e ambientali che rendono le persone allergiche, ma si stima che circa il 20% della popolazione mondiale, con grandi variazioni geografiche e stagionali, soffra di questa forma di rinite allergica. Alcuni studi suggeriscono che le allergie al polline siano più comuni nei paesi industrializzati, e che l’incidenza del disturbo vada di pari passo con le condizioni igieniche a cui siamo esposti: secondo l’“ipotesi dell’igiene”, più l’ambiente in cui viviamo è pulito più facilmente svilupperemo un’allergia.

segale allergia
Il polline di segale è quello con la maggior potenza allergenica tra tutte le graminacee. La potenza è rafforzata dal fatto che la pianta produce grandi quantità di polline, mediamente sette milioni di granuli pollinici per ciascuna spiga.

Il numero di persone allergiche è aumentato negli ultimi decenni, ma esistono testimonianze di casi di allergia al polline vecchi centinaia di anni. Una delle prime descrizioni della malattia è stata fatta dal medico persiano Rhazes, che nel IX secolo ha scritto un testo intitolato “Sulle ragioni per cui le teste delle persone si gonfiano al momento della fioritura delle rose e producono catarro”.
Si è dovuto però attendere fino alla metà dell’Ottocento perché l’omeopata inglese Charles Blackley identificasse finalmente nel polline l’agente scatenante di ciò che lui chiamava catarrhus aestivus, di cui lui stesso soffriva. Prima di allora erano state avanzate le ipotesi più disparate. Tra le tante, il caldo, l’umidità, l’ozono, la luce, la punta del naso troppo fredda, la classe sociale e l’educazione sono stati nel tempo additati come le cause responsabili della malattia.

Le piante che provocano allergia

Le specie di piante che liberano grandi quantità di polline sono molte, ma non tutte sono in grado di scatenare reazioni allergiche. Tra le piante più allergeniche ci sono le betulle, riconoscibili per il caratteristico tronco bianco, il carpino e il nocciolo della famiglia delle Corylaceae, la parietaria, parente dell’ortica e nota per le proprietà adesive delle foglie, e l’ambrosia, una pianta infestante di origine americana che cresce anche nel nostro paese, in particolare nel settentrione. Nelle regioni mediterranee anche i pollini di olivi e cipressi sono considerati allergeni.

Per la loro onnipresenza, è dalle graminacee che proviene il polline responsabile della maggior parte dei casi di febbre da fieno. Alcune, come il mais e la segale, sono coltivate, altre sono piante che crescono spontaneamente quasi dappertutto: nei prati, nei pascoli, sui bordi dei sentieri e delle strade, e formano quella che a un occhio inesperto sembra semplicemente “erba”. Tra le specie più allergeniche ci sono la coda di topo, l’erba mazzolina, l’avena altissima e il loietto inglese o italico.

graminacee polline allergie

I calendari pollinici

Per la fortuna di tutti gli allergici, il periodo di fioritura di queste piante è limitato a specifici periodi dell’anno. Per esempio, il picco di fioritura delle graminacee è a maggio, mentre i cipressi e le betulle sono più precoci e iniziano a rilasciare polline già a febbraio. Tra le fioriture più tardive ci sono quelle dell’artemisia e dell’ambrosia che fioriscono a settembre. Un singolo individuo di solito è allergico a uno o pochi tipi di polline, con il risultato che per ciascuno il periodo della febbre da fieno raramente dura più di qualche settimana.

Abbondanza di polline nell’aria in Italia, mese per mese

Clicca sul grafico per vedere a quale specie appartiene il polline in ogni periodo dell’anno.  Per ogni specie i valori assegnati variano da 0 a 1, che corrispondono rispettivamente ai momenti con la più bassa e la più alta concentrazione di polline appartenente a quella specie. Il grafico fornisce una media della concentrazione sul territorio nazionale e può subire forti variazioni a livello locale. I livelli di rischio allergico non dipendono solo dalla concentrazione del polline nell’aria ma anche dalla soglia di scatenamento caratteristica per ogni individuo.
I dati sono stati elaborati a partire da quelli forniti dall’Associazione Italiana di Aerobiologia.
Il rivestimento esterno dei grani di polline è composto di una sostanza chiamata sporopollenina, tra le più resistenti che esistano in natura, che presenta rilievi e decorazioni tipiche per ciascuna specie. Queste, non solo rendono il polline bello da guardare sotto l’occhio di un microscopio elettronico -come dimostra questa galleria fotografica realizzata dal microscopista Martin Oeggerli per National Geographic, ma permettono anche agli aerobiologi di campionare l’aria e capire esattamente a quale specie appartiene il polline che trovano. Come per le previsioni del tempo, esistono bollettini pollinici costantemente aggiornati rivolti alle persone allergiche perché possano decidere se in una giornata di primavera è meglio andare a fare una passeggiata, stare a casa o portarsi un antistaminico.

Immagini:
Copertina: Granuli di polline di diverse specie al microscopio elettronico a scansione Wikimedia Commons – CC0
Segale – CC BY-SA 3.0Betulla – CC BY-SA 3.0, Coda di topo – CC BY 2.0, Erba mazzolinaCC BY 2.0, Avena altissimaCC BY-NC-ND 2.0, Loietto inglese – CC BY 2.0

ResearchBlogging.orgFonti e letture:
Cresti M. & Linskens H. (2006). Pollen-allergy as an ecological phenomenon: A review Plant Biosystems – An International Journal Dealing with all Aspects of Plant Biology, 134 (3), 341-352 DOI: 10.1080/11263500012331350495
D’Amato G. et al. (2007). Allergenic pollen and pollen allergy in Europe Allergy, 62 (9), 976-990 DOI: 10.1111/j.1398-9995.2007.01393.x
– Centro Allergie Svizzera website
– Associazione Italiana di Aerobiologia website
– Stefano Mancuso, Uomini che amano le piante, Giunti, 2014

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