Verde…brillante!

«La maggior parte delle persone che si accorgono delle piante tendono a considerarle mute, immobili arredi del nostro mondo – abbastanza utili e in genere attraenti, ma ovviamente cittadine di seconda classe nella repubblica della vita sulla Terra. Occorre un bello sforzo di immaginazione per oltrepassare l’alta barriera della nostra autoconsiderazione e riconoscere non soltanto la nostra totale dipendenza dalle piante, ma anche il fatto che esse sono molto meno passive di quanto sembri, essendo invece scaltri protagonisti sulla scena della loro vita, e della nostra.»

Così scrive il giornalista e saggista statunitense Michael Pollan a proposito della reputazione che gli umani hanno delle piante. Per secoli la cultura occidentale ha considerato gli animali come esseri non pensanti, automi unicamente guidati dall’istinto. Non sorprende quindi che alle piante sia riservato un gradino ancora più basso della ‘piramide dei viventi’, sulla quale l’uomo si è auto-assegnato il primo posto. Ad oggi, molti studi hanno evidenziato diverse forme di intelligenza tra gli animali, mentre l’attribuzione di questa caratteristica agli organismi vegetali fa ancora storcere il naso ai più.

Con il loro libro Verde Brillante, Alessandra Viola e il biologo vegetale Stefano Mancuso, vogliono convincerci che la bassa reputazione che nutriamo per le piante non è dovuta ad un difetto delle piante stesse, quanto piuttosto alla nostra incapacità di riconoscere una forma di intelligenza che si manifesta in modalità molto diverse dalle nostre. Se con intelligenza si intende la ‘capacità di risolvere problemi’, si può pensare che le piante possiedano questa abilità. Certo non hanno un cervello, né occhi, naso e orecchie, non parlano e non possono spostarsi, eppure sono in grado di percepire il mondo che le circonda, interpretare e rispondere ai segnali esterni, comunicare tra loro e con altri organismi, trovare nutrienti, riprodursi e persino muoversi. Per fare tutto questo, hanno messo in atto strategie che hanno poco in comune con quelle utilizzate dagli animali, ma di indubbia efficacia; le piante costituiscono il 99.7% della biomassa sulla terra, una frazione al cui confronto l’uomo e gli altri animali appaiono come «tracce».

Ficus trimenii

Anche la capacità di percepire odori e sapori è distribuita sul corpo della pianta: un’incredibile varietà di recettori chimici le ricoprono e le rendono capaci di percepire e rispondere ad un’ancora più ampia varietà di sostanze. Le radici, sono un sistema complesso in cui ciascun apice funge da centro di controllo. Possono percepire le vibrazioni del terreno, e guidano la crescita della radice alla ricerca di nutrienti. L’apice funge da igrometro e percepisce l’umidità, ma serve anche a identificare la forza di gravità e i gradienti chimici nel terreno. La parte aerea può identificare molecole presenti nell’aria, spesso prodotte da altre piante nelle vicinanze. Possono partecipare a un vero e proprio processo di comunicazione con la finalità, per esempio, di avvertire della presenza di un pericolo o di chiarire le relazioni di parentela tra individui per evitare inutili competizioni tra ‘consanguinei’.
La comunicazione, per via chimica e per via visiva, avviene anche con un’enorme varietà di animali – insetti, uccelli e mammiferi. Attratti dal profumo, tratti in inganno dalle sembianze delle piante oppure invitati a un banchetto a base di nettare, sono responsabili del trasporto del polline di fiore in fiore e rappresentano i fattorini che le piante utilizzano per diffondere i propri geni e riprodursi. Ci sono specie che hanno scelto l’uomo come animale deputato alla loro propagazione: se guardiamo alla domesticazione e all’agricoltura dal punto di vista delle piante, per specie come il grano, il mais e la soia siamo stati uno strumento formidabile e indispensabile per la loro diffusione. Loro si sono lasciate domesticare e ci forniscono il cibo, noi le abbiamo portate in tutto il mondo, fino a farle crescere in luoghi e su estensioni che mai si sarebbero potute ‘immaginare’ senza il nostro intervento.

Le piante sono state tra i primi organismi a colonizzare la terraferma e producono l’ossigeno necessario alla sopravvivenza degli animali; sono alla base della catena alimentare di tutti i viventi e con l’accumularsi in milioni di anni hanno prodotto le preziosissime riserve energetiche dei combustibili fossili; ci forniscono cibo e energia ma anche legno e tessuti, con cui l’uomo si è scaldato e ha costruito le proprie abitazioni per millenni; producono una varietà di molecole con attività farmacologica di cui solo ora stiamo iniziando a capire l’estensione. Non meritano forse un po’ più di apprezzamento da parte nostra?

Per chi vuole approfondire qui c’è un TED talk di Mancuso del 2010. È in inglese, ma i sottotitoli e l’accento dello speaker vi aiuteranno a capire tutto!

Bibliografia:
Verde brillante – Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale, Stefano Mancuso e Alessandra Viola, Giunti Editore, collana Orizzonti, 2013

Foto di Alice Breda
Selaginella willdenowii (felce pavone) e Ficus trimenii. Peradenya Royal Botanical Gardens, Sri Lanka

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